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Gabriele Niola (ScreenWEEK.it)
04.02.2009
Cinema francese che insegue se stesso e i suoi esempi migliori senza riuscire ad arrivare a nulla. E come spesso capita in questi casi il risultato è la noia

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Ivana Faranda (EcoDelCinema)
05.02.2009
Deliziose e non eccessive le figlie adottate, soprattutto Lise Ségur/ Piccolo Giglio che si potrebbe definire la voce dell’innocenza in un mondo di adulti che hanno paura di affrontare la verità.

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Tommaso Ranchino (Meltinpotonweb)
05.02.2009
In sintesi un film senza sprint, senza un proprio stile ben definito, che s’inserisce con poco entusiasmo nel filone autoriale francese, in un marasma ormai davvero grigio, sbiadito, per riscattarsi esclusivamente in un finale che restituisce un minimo di senso filmico al lavoro.

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silviasettevendemie (Silviasettevendemie)
05.02.2009
In definitiva una pellicola intensa che racconta una storia di morte e di rinascita, di apparenza e verità, sullo sfondo di una Nancy fatta di cafés, di case borghesi ed eleganti, di brasseries, e di conversazioni colte.

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Davide Beretta (SpazioFilm)
05.02.2009
Un film bello, emotivamente forte e toccante, che va a pizzicare le corde più intime dell’animo umano e dei rapporti interpersonali, a più e diversi livelli.

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Mattia Pasquini (35mm)
05.02.2009
Un piatto ricco, composto di molti elementi, ma condito senza eccessi è quello che ci viene servito e che riesce comunque a distinguersi su una tavola già imbandita.

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Lucio De Candia (Cinema4stelle)
05.02.2009
La scelta degli attori non avrebbe potuto essere più felice, prescindendo dall'indubbia capacità di Claudel di far emergere le reazioni emotive che si aspettava da loro.

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Simona (CineBlog)
05.02.2009
Ritengo che quello di Juliette sia uno dei migliori personaggi femminili visti al cinema negli ultimi anni.

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Federico Raponi (FilmUp)
05.02.2009
Il peso di un potente segreto, la solitudine, la vecchiaia, la possibilità di ricostruzione di legami e di una nuova esistenza insieme ad anime simili si piazzano come elementi paralleli all’idea che l’identità sia differente da quanto è dato vedere

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Tommaso Ranchino (About7th)
05.02.2009
In sintesi un film senza sprint, senza un proprio stile ben definito, che s’inserisce con poco entusiasmo nel filone autoriale francese, in un marasma ormai davvero grigio, sbiadito, per riscattarsi esclusivamente in un finale che restituisce un minimo di senso filmico al lavoro.

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Luciana Morelli (MyMovies)
05.02.2009
Claudel segue giorno dopo giorno il processo di ritorno alla normalità di una donna quasi aliena, che apprende con indifferenza della morte del padre e dell'Alzheimer in stadio avanzato della madre e, quel che è peggio, non sembra vergognarsi affatto del crimine che ha commesso.

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Luca Liguori (MoviePlayer)
05.02.2009
La Thomas fa della sua protagonista una donna solo apparentemente chiusa e dura, ma allo stesso fragile e tesissima, e lo fa con pochissimi dialoghi e tanti gesti quasi impercettibili.

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