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Tony Manero
Tony Manero
La febbre dael sabato sera è il suo sogno. Per realizzarlo è pronto a tutto.
Data Uscita: 16 Gennaio 2009
(Brasile, Cile • 2009) Tony Manero
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Marco D'Amato (SilenzioInSala.com)
09.12.2009
Sporco, disturbante, agghiacciante, ossessivo, delirante. Pablo Larrain, al suo secondo lungometraggio, cuce attorno all’incredibile Alfredo Castro un film crudele e a tratti increscioso, assolutamente non adatto a tutti, ma allo stesso tempo altamente significativo e di indiscutibile valore.

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FiliÞþØ (Cinedelia)
16.02.2009
Nel 1979 il regime di Pinochet, finalizzato al terrore psicologico e all’annientamento di ogni possibile forma di dissidenza (il più delle volte fatta scomparire nel nulla), è nel pieno del suo potere.

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Roberto Tallarita (Spietati)
15.01.2009
la contraddizione di Raúl è anche, dopotutto, la contraddizione dello stesso Tony Manero – il riscatto individualistico non è merce da esportazione.

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Sergio Gallo (Grind House)
15.01.2009
Da un certo punto di vista, quando Raul balla, balliamo anche noi. E sapete cosa? E’ proprio una bella persona.

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Maurizio Encari (Everyeye)
15.01.2009
E' un ritratto acuto, perverso ma sincero, di un uomo senza più valori a cui, come unico appiglio, è rimasto il Mito

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Angelica Tosoni (Spazio Film)
15.01.2009
Il cineasta Pablo Larrain sceglie un racconto metaforico per portare sul grande schermo la miseria del “Cile che sembra essersi dimenticato delle proprie origini storiche, sociali e culturali”, e mostra la pericolosità di “sostituire una cultura con un’altra”

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Adriano Aiello (Movie Player)
15.01.2009
La sgradevolezza del protagonista e la sua dissociazione dalla realtà fungono però da riuscita metafora politica della coscienza di un Cile silente alla dittatura

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°Nekros° (Tutto off topic)
15.01.2009
Il film è lento, farraginoso e a tratti poco coinvolgente, ma il merito di Pablo Larrain è aver voluto in ogni modo confrontarsi con uno stile e un soggetto difficili

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Andrea Chirichelli (MyMovies)
15.01.2009
Alcune sequenze lasciano il segno, ma l'aspetto più inquietante di tutta la vicenda è lo svuotamento di senso morale provato dal protagonista

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Andrea Giordano (Film Up)
15.01.2009
Sono le illusioni di una società che sembra voler dimenticare quel passato fatto di sofferenze, unicamente per dare di sé un’immagine più moderna e meno ignorante.

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Gabriele C. (Cineblog)
05.01.2009
In questo senso, scene di sesso, di violenza e mancanza di colonna sonora extra-diegetica sono tutte, oserei dire, obbligatorie: si esce dalla sala giustamente turbati, forse amareggiati, incapaci di applaudire. Bravo Larrain

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