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Gabriele Niola (Screenweek.it)
28.03.2011
Istituti mentali, possessioni, sdoppiamenti di personalità in un luogo chiuso. Il nemico è dentro di te. Carpenter 100% ma senza esaltare

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Valerio Ferri (Silenzio-in-Sala.com)
13.04.2011
Tornano dunque gli immancabili brividi improvvisi dopo momenti di calma apparente e le tradizionali ondate di disgusto; tra torture, lacerazioni e sangue a profusione.

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Davide Monastra (voto.10.it)
01.04.2011
La storia è banale e il suo procedere in modo scontato non la rende per nulla accattivante. L’atmosfera che si respira nel film è di nostalgia verso un modo di fare cinema che è ormai obsoleto. Carpenter realizza un lavoro decente ma certamente non all’altezza dei suoi film migliori.

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Marco Triolo (film.it)
01.04.2011
Carpenter torna con un horror classico: pochi fronzoli, movimenti di macchina controllati ma molto armoniosi, montaggio che evita l'effetto da videoclip. Una classicità che, anziché annoiare o suonare nostalgica, cattura e avvince fino alla fine.

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01.04.2011
Se è vero che The Ward è un film di genere, e del genere rispetta effettivamente tutti i suoi canoni, tale adempienza finisce per trasformarsi in breve in prevedibilità con conseguente calo di suspense e coinvolgimento da parte dello spettatore.

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Simone Bracci (www.filmforlife.org)
26.03.2011
CARPENTER TORNA CON POCA LUCIDITÀ A PARLARE DI TERRORE

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Luciana Morelli (www.movieplayer.it)
25.03.2011
Probabilmente per esigenze commerciali e produttive, Carpenter ha dovuto rinunciare all'espressione totalitaria della sua cifra stilistica a favore di un linguaggio cinematografico più spicciolo e fruibile dal pubblico medio. Il film non brilla per originalità ma la classe c'è ed è innegabile.

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Gabriele C. (www.cineblog.it)
25.03.2011
Da una materia abusata Carpenter riesce a tirare fuori un film che è un attacco continuo ai nervi dello spettatore: The Ward è una lezione di creazione della suspense, con attimi elevatissimi di tensione e un gran ritmo. Insomma, un’altra lezione di regia da un artigiano e un artista unico

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Pietro Ferraro (ilcinemaniaco.com)
25.03.2011
Il film conta su un filone che funziona a dovere, se poi ci aggiungiamo l’esperienza di un maestro del brivido, clichè e stereotipi diventano elementi indispensabili alla narrazione e lo spettatore si lascia accompagnare tra i meandri di un incubo carico di ricercati elementi orrorifici.

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25.03.2011
John Carpenter tiene con il fiato sospeso fino alla fine, senza cali, ma con un giusto mix di relax e suspance. Lo spettatore non avrà tregua, dall’inizio alla fine.

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