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Amore & altri crimini
Amore & altri crimini
Prima di iniziare a vivere una nuova vita devi chiudere i conti con la vecchia
Data Uscita: 19 Giugno 2009
(Germania, Serbia, Austria, Slovenia • 2009) Ljubav i drugi zlocini
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Anastasia Mazzia (AlCinema)
19.06.2009
Il film risulta così lento, ma allo stesso tempo riesce a colpire dritto allo stomaco e lo spettatore viene avvolto da un’infinita tristezza, da un profondo pessimismo.

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Glauco Almonte (CinemaDelsilenzio)
19.06.2009
Si esce dalla sala e si fa fatica a sorridere, perfino l’ossessiva reiterazione di “Besame Mucho” non s’imprime nella mente, dove s’apre un vuoto che fa paura guardare. E fa male.

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Stefano Coccia (MoviePlayer)
19.06.2009
Per certi versi non dispiace che il film di Arsenijevic si differenzi da altre pellicole d'impronta grottesca e surreale che ci hanno fatto visita, nel corso degli anni, dai paesi dell'ex Yugoslavia, orientandosi invece verso un tono intimista e "minimal"

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Lucio De Candia (Cinema4stelle)
19.06.2009
Pellicola dal rigore ineccepibile, capace di trascendere la morale e di narrare la psicologia di personalità controverse, “Amore e altri crimini” coinvolge, a tratti appassiona, lasciando anche spazio ad un umorismo beffardo e autoironico.

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Marco Lucio Papaleo (EveryEye)
19.06.2009
Il film, come tutti i drammi dello spirito, è fatto di mezze battute, di mezze verità, di mezzi sorrisi, messi in opera da un concerto di attori che al pubblico italiano risultano pressoché sconosciuti ma che in patria hanno, a diritto, un posto tra i big.

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carloprevosti (CineBlog)
19.06.2009
Come nel titolo, anche nel film domina l’antitesi tra amore e crimine, ma è il cortocircuito tra i due elementi il motore che spinge Anica, e in seguito Stanislav, a compiere le loro scelte.

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Daniela Silvestri (SilenzioInSala.com)
11.06.2009
Con Amore e altri crimini il regista Stefan Arsenijevic presenta una personale riflessione sulla Serbia contemporanea dopo l’era Milosevic, dove molti dei criminali allora osannati, sono ora dimenticati e lasciano il posto ai nuovi eroi branditi dall’era del consumismo.

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