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Gabriele Niola (ScreenWEEK.it)
17.03.2010
Nel profondo sud le dinamiche di conservazione dell'onore e di ipocrisia nei confronti dei paesani non sono cambiate e oggi guardano all'eterosessualità invece che alla verginità

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Antonella Molinaro (Cinemio)
15.03.2010
Film riuscitissimo dunque questo Mine Vaganti, nel quale i sentimenti e le relazioni sono trattate con delicatezza e profondità, a mio avviso il più bello tra tutti i film di Ozpetek.

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01.03.2010
L’amore, la famiglia, l’identità, la libertà, la ricerca della felicità, il cambiamento e il pregiudizio sono tutti temi cari al regista che in Mine Vaganti tratta con una nuova e profonda sensibilità intrisa di brio e leggerezza avvalendosi di un cast strepitoso

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Edoardo Becattini (MYmovies)
11.03.2010
Versione brillante e conviviale dei conflitti familiari di Ozpetek

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Pietro Ferraro (ilcinemaniaco.com)
11.03.2010
Ozpetek mette in scena una sorta di catartico teatrino delle parti in perfetta sintonia con lo spettatore, e in cui ogni attore/personaggio recita si un ruolo, ma si trova costretto giocoforza a sacrificare una parte di se stesso per raccontare e raccontarsi,

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Paolo Mereghetti (Corriere.it)
11.03.2010
In questo modo finiscono per sembrare meno artificiose anche le «solite» riprese circolari intorno alla tavola mentre l’invito a difendere con orgoglio i propri desideri (sessuali e non) prende forza maggiore proprio dalla minor esemplarità dei personaggi.

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Dr.Apocalypse (Cineblog.it)
11.03.2010
Ozpetek ovviamente non tradisce il ‘proprio cinema’, qui riproposto in tutto e per tutto, tra tavolate in famiglia, dove raccontarsi, ridere e litigare, quintali di cibo e gustosi di dolci, da assaporare tra continui carrelli

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Stefano Camaioni (Everyeye.it)
11.03.2010
Mine vaganti è un film ben calibrato, fatto di momenti di leggerezza ed altri di grande drammaticità. Ovviamente un lavoro marchiato Ozpetek, con i pregi e i difetti che questo nome porta con se, rimane pur sempre il lavoro di un professionista dotato di indubbia ispirazione.

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Chiara Galeazzi (Cinema4stelle.it)
11.03.2010
n questo caso però il regista, insieme allo sceneggiatore Ivan Cotroneo, sceglie di trattare il tutto in un misto tra comico e drammatico, senza schierarsi né da una parte, né dall'altra.

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Ilaria Ferri (FilmUP )
11.03.2010
Non c’è più la tragedia che scoppia per mettere i protagonisti di fronte a se stessi, troviamo uno scontro tra mentalità diverse che genera una serie di momenti molto divertenti. Ovviamente non mancano i tipici toni melodrammatici dei film di Ozpetek,

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Davide Monastra (Ecodelcinema.it)
11.03.2010
Una pellicola di sicuro successo al botteghino, che si spera non resti una “mina vagante” nel panorama (limitato!) del cinema italiano.

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Riccoardo Rizzo (Cinemadelsilenzio.it)
11.03.2010
Meno didascalico, meno impegnato, ma più leggero e in fondo coraggioso. Ozpetek non dice niente di nuovo, ma lo dice in maniera diversa, quasi fosse più libero, anche da sé stesso. I toni sono meno drammatici e le idee meno "militanti".

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Valentina Ariete (MP News |)
11.03.2010
Inoltre se è vero che auto-citarsi e mantenere certe costanti è segno di un proprio consolidato stile, è anche vero che non si può raccontare sempre la stessa storia.

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Mattia Pasquini (35MM.it)
11.03.2010
Prima volta lontano da Roma per il 'turco' Ozpetek, che in Salento trova la dimensione ideale per un film dei suoi, fatto di personaggi e relazioni, calore e tensioni. Con un sorriso sempre dolceamaro

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Annalisa Cuccoli (Deapress.com)
11.03.2010
Sembra che in questo film Ozpetek abbia ritrovato il sorriso, la leggerezza, il giusto equilibrio e la tranquillità per poter trattare l’argomento – che in ultima analisi oltrepassa la questione degli orientamenti sessuali per assestarsi sulla più ampia concezione di felicità –

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Antonio Cuomo (Movieplayer.it)
11.03.2010
Un Ozpetek, quello di 'Mine vaganti', con meno velleità d'autore rispetto agli ultimi lavori, ma che sembra aver trovato un equilibrio tra i suoi temi ed il suo stile.

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Maurizio Ermisino (MovieSUSHI )
11.03.2010
Ozpetek sembra aver detto veramente tutto sull’omosessualità e sulla libertà di espressione del proprio io. E per la prima volta non commuove

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Primissima.it (Primissima.it)
11.03.2010
La famiglia, la diversità, i sapori forti ed i pregiudizi del profondo sud, in una commedia 'alla Germi' di Ferzan Ozpetek dove due fratelli si ritrovano dopo anni, richiamati dal padre che vuole affidare a loro la gestione del pastificio di famiglia.

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Valerio Sammarco (MTV.it)
11.03.2010
Una nuova cornice per la virata di Ozpetek: commedia corale e ispirata, con un ottimo cast

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Mattia Pasquini (35MM)
10.03.2010
Prima volta lontano da Roma per il 'turco' Ozpetek, che in Salento trova la dimensione ideale per un film dei suoi, fatto di personaggi e relazioni, calore e tensioni. Con un sorriso sempre dolceamaro

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10.03.2010
Una commedia che viaggia tra alti e bassi ma con un cast ottimo guidato da un sorprendente Riccardo Scamarcio. Ozpetek torna ai temi a lui più familiari con una vena più comica e brillante.

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Angelica Tosoni (SilenzioInSala.com)
08.03.2010
L’intersecarsi dei toni della commedia e del dramma avviene senza sforzo e questo è il pregio maggiore del film.

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Erika Centodiucati (DelCinema.it)
04.03.2010
In questa rappresentazione, ha grande importanza il tema del vedere/non voler vedere: i genitori si interrogano su come sia stato possibile non vedere l'omosessualità dei figli, ma poi fanno di tutto per tentare di nasconderla all'esterno.

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