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lovedream (cinemio.it)
05.09.2010
Una sottile e commovente esplorazione di sentimenti, rapporti, bisogni e assenze. Questo è Il rifugio, l’ultimo suggestivo film del regista francese François Ozon, in questi giorni nelle sale.

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Carlo Cerofolini (ondacinema.it)
03.09.2010
Ozon realizza qui uno dei suoi film più belli, rinunciando al suo cinema barocco che viene prosciugato da uno stile diventato essenziale e che, per sobrietà di messa in scena, sembra rifarsi alla lezione del cinema Rohmeriano, con buona pace di chi ritiene superata la lezione dell'antico maestro.

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Antonella Molinaro (cinemio.it)
02.09.2010
Il film è molto riflessivo e con pochi dialoghi: le musiche, che riempiono dolcemente i tanti silenzi dei personaggi, sono intense e tristi. Altrettanto belle sono le immagini: Ozon si sofferma sui visi e sui corpi. Insomma un film da gustare e contemplare dall’inizio alla fine.

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Silvia Marinucci (35mm.it)
01.09.2010
L’inquietudine cresce nel petto dello spettatore, immobile e assopito dinanzi ad una storia a tratti troppo lenta, che stenta ad 'esplodere': l'emozione lascia il posto ad un ossessivo senso d'angoscia.

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Federico Pontiggia (www.ilcinematografo.it)
30.08.2010
L’attesa di Mousse è tale anche per lo spettatore, che si lascia coccolare da un film senza troppe pretese, che mantiene la leggerezza che promette: se questa borghesia senza arte né parte non smette di annoiare, qui possiamo perdonarla, perché lo sguardo di Ozon va oltre e scava nell’umano.

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Alessandro Aniballi (www.radiocinema.it)
30.08.2010
Invece di filmare in modo anche documentaristico la trasformazione del corpo di Isabelle Carré, si è preferito scrivere la sceneggiatura in tutta fretta per restare nei tempi della gravidanza e poi girare Il rifugio come se si trattasse di un film qualunque.

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Daniele Piccini (www.cinema4stelle.it)
30.08.2010
La regia è abile nel dipanare con leggerezza una storia complessa, intessuta di lacerazioni umane intime ed inespresse. Il film non cade nella tentazione di dare soluzioni e risposte accomodanti. Tesse intelligentemente gli orditi delle esistenze dei personaggi senza mostrarne il disegno generale.

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Pietro Signorelli (www.cine-zone.com)
27.08.2010
Torna il cinema francese con una pellicola controversa ma emozionante, lineare nell'aspetto e nella storia, senza sofismi particolari o luccicanti orpelli, ma multistrato nelle emozioni, che usa pochissimo i sottofondi musicali e che vive di sguardi perduti e rari sorrisi.

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Angela Cinicolo (Movieplayer.it)
16.11.2009
Virtuosistico equilibrio tra thrilling dell'anima e dramma sentimentale, minimalismo delle azioni e reazioni dei protagonisti, Le refuge adotta il rischio dell'intimità, con il piglio ozoniano, compassionevole ma senza insinuanti eccessi melodrammatici.

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