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leotruman (Screenweek)
14.04.2011
Habemus Papam è uno dei film più riusciti di Nanni Moretti. Diverte e commuove senza mai rovinare il delicato equilibrio tra dramma e commedia grazie alle interpretazioni eccellenti, alla solida sceneggiatura e ad un contesto estremamente realistico.

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La forza del film? Michel Piccoli
Mesi di attesa, moretti che sembra (sembra e la stampa abbocca) non voler parlare, la chiesa che teme l'attacco di Moretti che per una volta devia il mirino (non a destra ma) al rosso..quello della chiesa ... Ce n'e' per tutti... La visuale si allarga su roma, dal barista, alla psicanalista, dai bambini ad una Roma che cambia senza spirito di solidarietà'...e la visuale rientra tra lusso degli abiti dei cardinali nel loro conclave tra sale affrescate come reggia di Verailles mentre un prete di una chiesa fa un sermone davanti a 2 persone credendo nel suo cammino... Moretti.. Moretti (lo psicologo che viene chiamato a parlare con il papa) interpreta noi, il popolo ...la farmacia, la benzina e tutte le leggende vere e verosimili sul vaticano qui ci sono..sornione e diretto ad ogni sua frase la gente ride (a denti stretti,e senza demagogia o falsità' riesce sempre a centrare l'obiettivo...al contrario di scrittori osa "vian"nati e che hanno perso andando in tv la loro vera fede) La forza del film? Michel Piccoli Nel film tutti recitano in maniera pazzesca da Renato Scarpa (il papa..bile) al portavoce del vaticano (strepitoso e perfetto voto 9) Jerzy Stuhr fino alla guardia svizzera (gianluca gobbi) che parla poco ma...fino a cecilia dazzi e roberto de francesco (c'e' anche nel film di cappuccio) quasi "comparse" ma giuste... Ma la vera forza resta Michel Piccoli, lui fa decollare il film,la storia ed e' lui a rendere tutto emozionante Non e' sempre fede quel che luccica... "Perdonatemi perche' non so quel che..." Forse e' il caso che ogni frase dei pontefici finisse con "..gli altri vogliono farmi fare".. "Habemus Papam" voto 7. 1/2

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IlReCenZore
31.05.2011
"Questi Nani Moretti"... è la parodia di Max Tortora, nei panni di Albertone, del regista più antipatico eppure il più stimolante del panorama italiano. Che si redime. Anzi no...

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Daniele Meloni (cinemio.it)
02.05.2011
Finalmente è caduto il velo di quel mistero che si stava creando attorno al nuovo film di Nanni Moretti, Habemus Papam, che, come suo solito, tra trailer cortissimi, alcune foto del set e pochi stralci di sceneggiatura (tra l’altro poi rivelatisi falsi) aveva creato una grande aspettativa.

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Martina Calcabrini (Silenzio-in-Sala.com)
15.04.2011
Moretti mette a segno un altro colpo lasciando l’amaro in bocca a tutti coloro che credevano avrebbe realizzato un impietoso ritratto della (decadente) situazione religiosa contemporanea, attaccando indirettamente il (vero) Papa in carica che detiene lo scettro.

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15.04.2011
Cinematograficamente maturo, con l'ormai consolidata ironia, Moretti si permette di 'mettere il naso' in Vaticano e come al solito, dietro all'apparenza di volta in volta politica, mistica o sociale, Moretti parla dell'uomo.

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Elisa Giulidori (filmup.leonardo.it)
15.04.2011
Habemus Papam è un film riuscito, con splendidi attori e contrassegnato dalla dicotomia tra l'aspetto giocoso da commedia e la parte più drammatica e profonda. La regia di Moretti è sicura e precisa, pregevole il lavoro degli scenografi nella ricostruzione degli ambienti.

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Davide Monastra (filmforlife.org)
15.04.2011
La pellicola tratta temi universali e indugia più sulla psicoanalisi che sulla religione e l’anticlericalismo. Il finale è un po’ troppo scontato ma resta comunque la miglior pellicola italiana degli ultimi anni.

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Valerio Sammarco (www.cinematografo.it)
15.04.2011
Supportato dalla prova maiuscola di tutti gli interpreti e dall'enorme lavoro sulla ricostruzione degli ambienti, Moretti riflette sulla fragilità dell'uomo mostrandone il lato più autentico, dando vita a una grande opera d'arte che rimane sospesa sulla domanda stessa che dà origine al film.

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Giancarlo Zappoli (www.mymovies.it)
15.04.2011
Il film più maturo di un regista che ha conservato il proprio segno inconfondibile e le tematiche che gli stanno cuore integrandoli con grande intelligenza e sensibilità a uno sguardo che si allarga a una dimensione che afferma di non condividere ma che qui osserva con la giusta dose di ironia.

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Alessio Palma (Corriere Romano)
15.04.2011
La capacità di osservazione del regista resta così a mezza altezza, limitata al proprio orizzonte; capace di tessere una trama di avvenimenti tragicomici (la guardia svizzera chiamata a sostituire il papa, l’attore cecoviano fuori di testa) ma non di penetrare il mistero della fede.

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