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Gabriele Niola (Screenweek.it)
01.03.2011
Filmetto all'italiana? No grazie. La Vita Facile per fortuna è un po' di più, si sporca le mani ma ne esce alla fine vincitore. A modo suo.

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3 storia non scontata , bravi e giusti Favino e Accorsi
3 La vita facile , storia non scontata , bravi e giusti Favino e Accorsi Due amici, due dottori, uno un pò montato e paraculo lavora a Roma, crede di sapere tutto, sicuro di sè, arrogante e saccente (Favino) , l'altro (Accorsi) ha deciso di andare a lavorare in Africa, tra gente malata di tutto ... (NON C'E' NULLA DI DRAMMATICO NEL FILM,ANZI....A TRATTI ANCHE DIVERTENTE, SOPRATTUTTO PER LE SCENE INIZIALI CON FAVINO) Favino incontrerà l'amico di sempre, decidendo di partire proprio per l'Africa, da Trastevere e il centro di Roma si ritrova con casi veramente gravi e una popolazione che veramente lo apprezza....ma tra i due amici c'è un segreto che scopriremo scena dopo scena...... Bravo Favino (7) nella parte del medico arrogante e perfetto Accorsi (7) nei panni di un dottore stile Emergency, ottimo il ritmo, girate molto, molto bene (7 1/2) le scene in Africa, veramente bella la fotografia. Un film diverso, ma soprattutto una storia d'amicizia non scontata che sale scena dopo scena, con un segreto che scoprirete "durante il viaggio" fino al finale.....assolutamente non scontato. voto al film 6+ / 6 1/2. Non banale ben girato

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Martina Calcabrini (Silenzio-in-Sala.com)
05.03.2011
Se da un lato la comicità delle situazioni si avvicina a Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? di Ettore Scola, dall'altra la pellicola non riesce davvero ad entusiasmare lo spettatore né a toccarlo nell’anima.

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Marianna Cappi (www.mymovies.it)
04.03.2011
La vita facile tenta una strada ibrida che contamina genere e sentimento, e si rivela piacevolmente più libera. Non ci si aspettino da Pellegrini le divagazioni del cinema indipendente ma la sua attenzione al ritmo è rigorosa, la sbavatura bandita.

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Carlo Prevosti (www.cineblog.it)
04.03.2011
Il film di Pellegrini persegue la via “facile” dell’ibridazione di genere, dimostrando l’incapacità generazionale di prendere le redini di un discorso cinematografico; siamo a cavallo tra una commedia degli equivoci e un dramma sentimentale senza però avere il coraggio di fare una scelta.

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