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leotruman (Screenweek)
18.01.2011
Antonio Albanese porta il personaggio televisivo Cetto La Qualunque sul grande schermo, ma il risultato è prevedibile ed incredibilmente dilatato. Anche se le risate in sala sono assicurate.

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2 Più' che un film sembra uno sketch allungato. VISTO QUALUNQUEMENTE Soldi,sesso,nepotismo,raccomandazioni....l'italia di sempre.Non esiste destra e sinistra, esiste solo gente che dal popolo emerge occupando un posto di potere e per tenerlo e' pronto a tutto "qualunquemente" sia il suo credo politico.
2 Più' che un film sembra uno sketch allungato. VI SPIAZZERA' , AD ALCUNI PIACERA' AD ALTRI NO.... Sicuramente il film spiazzera' molti, perche' ci si aspetta di ridere subito, le aspettative sono tante, anche troppe per un film che fotografa l'italia in maniera particolare. Dietro un film c'e' sempre un fotografo diverso. Albanese riesce a mettere "a fuoco" l'Italia e ad essere cinico ("ho chiamato una volta in due anni ma era occupato" dice al figlio) ma sembra utilizzare uno zoom diverso, quello che ne esce e' qualcosa che non arriva "fortemente" come direbbe lui in termine di emozione, risata,sorpresa. A parte il tema, il film resta un po' cosi' quasi incompiuto. STORIA TROPPO DEBOLE Albanese e' bravo come sempre (con questioni di cuore ha raggiunto fino ad oggi il massimo) ma il limite del film e' che manca la storia, fisicita',facce e battute non arrivano e non colpiscono come dovrebbero perche' la storia non esiste, tutto quindi appare freddo e meno comico. La parabola di Cetto delude perche' ci si attendeva molto di più (ma non da lui attore quanto sceneggiatore) ma molta gente sara' annebbiata e mirera' a scorgere battute più o meno attuali, l'alibi della strafottenza e della cafonaggine (del personaggio Cetto) conquisterà gran parte del pubblico che magari non ha mai visto Albanese al cinema e che a tratti sorridera' su alcune scene dove la battuta e la fisicita' riescono a trovare la strada per essere colte e apprezzate (non sempre) UN'OCCASIONE RIUSCITA A META' Peccato sarebbe stato bello vedere un film di Giulio Manfredonia stile "Si può' fare" in chiave comica con forti richiami al presente. Cosi' resta qualcosa che non convince al 100%. QUASI DIMENTICATO..DOPO 10 MINUTI Ci aspettavamo la genialità ed invece e' un film che aldilà' dalle battute ce lo siamo dimenticato già' al buffet del dopo proiezione

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Serena Ceccon (www.filmforlife.org)
27.01.2011
È tutta una questione di punti di vista. Non si sa se ridere o piangere di fronte all’argomento del nuovo film di Giulio Manfredonia, che vive dell’aura di uno dei più apprezzati attori italiani del momento.

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Silvio Grasselli (www.radiocinema.it)
21.01.2011
Albanese conferma il suo enorme talento, la sua capacità di controllo della voce e del gesto, della mimica e più in generale del ritmo recitativo. Quello che non funziona sta nell’incapacità della regia di dar corpo cinematografico a un personaggio nato per la televisione.

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21.01.2011
Salvo non apprezzare certo tipo di comicità, il film ha davvero i suoi momenti, regalando ora sorrisi, ora addirittura grasse risate. Un must per gli amanti del buon Antonio Albanese; qualcosina in meno per tutti coloro a cui certe produzioni generano un certo prurito.

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Elisabetta Bartucca (35mm.it)
21.01.2011
Una grottesca e tragicomica parodia del nostro paese in cui Cetto, piacione e corrotto, fa meno ridere di quanto ci si aspetti e assolve piuttosto il suo compito di maschera. Agghiacciante e sopra le righe.

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Luciana Morelli (www.movieplayer.it)
21.01.2011
Una commedia garbatamente aberrante e inquietante, che racconta il Sud con un linguaggio tanto scurrile e surreale quanto efficace. Albanese, con il suo straordinario eloquio teatrale, si presta ad una rappresentazione divertente ma anche agghiacciante della nostra attualità politica e sociale.

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Marco Papaleo (Silenzio-in-Sala.com)
21.01.2011
L'ironia è la stessa dei film di Checco Zalone, che ridicolizza l'ignoranza e la supponenza dell'italiano medio sbattendogli in faccia i suoi stessi atteggiamenti ridicoli ma tristemente “veri”.

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lovedream (cinemio.it)
20.01.2011
La sfida non si presenta molto facile, infatti attore e regista ammettono che il progetto parte molti anni fa e anche ora in fase di uscita la scommessa è alta.

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Elena Pedoto (www.everyeye.it)
19.01.2011
Albanese traspone dalla tv al cinema la Maschera Comica conferendole continuità e rotondità. Qualunquemente riesce a tratteggiare un mondo surreale che fa ridere fin quando non assume connotati troppo simili alla realtà.

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Pietro Ferraro (ilcinemaniaco.com)
19.01.2011
Cetto la Qualunque nasce con ritmi e intenti teatral-televisivi e portarlo su grande schermo dilatandone a dismisura i tempi comici non deve essere stata un’operazione semplice, ma grazie ad un repertorio rodato e ad una regia sopra la media, si ride il giusto e si riflette quel tanto che basta.

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Colinmckenzie (www.badtaste.it)
19.01.2011
La pellicola-parodia con Antonio Albanese non graffia, e finisce per stancare quasi subito...Le risate non mancano ma il gioco è fin troppo semplice e prevedibile. Troppo spazio ad Albanese a discapito dei comprimari che avrebbero potuto fornire una varietà interessante alla monotonia di Cetto.

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