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Svevo Moltrasio (Corriere Romano)
28.01.2011
E' un cinema che crede nelle qualità del racconto, cui mette a disposizione le immagini e i personaggi, lontano da furbizie e semplificazioni e che non cerca soluzioni.

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Gianlorenzo Lombardi (www.filmforlife.org)
27.01.2011
Due gemelli alla morte della madre scoprono che il loro padre è ancora vivo e in più esiste un loro fratello. I due vanno nella fantomatica città di Daresh, scoprendo una realtà che non immaginavano così amara…

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Rosalinda Gaudiano (www.cinema4stelle.it)
21.01.2011
“La donna che canta” è un film tecnicamente perfetto, per regia, montaggio, fotografia e recitazione. Assolutamente da non perdere, sono garantite due ore di ottimo cinema d'autore.

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Francesca Caruso (cinemalia.it)
21.01.2011
È un film che commuove e fa riflettere e che racconta gli orrori della guerra in modo incisivo e diretto, ma mostra anche l’infinito amore di una madre e il senso del perdono.

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Stefano Camaioni (www.everyeye.it)
21.01.2011
Un film complessivamente ben riuscito, ossessionato dal rigore aritmetico che da sempre il regista porta con se ma davvero ben fatto, girato in maniera intelligente, senza sopraffare la scorrevolezza della narrazione mantenendo pur sempre una propria identità visiva.

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M.Stella Di Nardo (zabriskiepoint.net)
21.01.2011
Cast di una bravura eccezionale, ritmo narrativo lento e perfettamente sviluppato, regia, fotografia e montaggio di altissimo livello. L'orrore viene sviscerato in maniera talmente delicata e attenta che riesce a non essere mai disgustoso. Alla fine rimane la poesia, rimane un inno alla pace.

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Emidio De Berardinis (Silenzio-in-Sala.com)
19.01.2011
La donna che canta è una scia di crudeltà che infetta il seme dell’amore, nasce dalla violenza della situazione medio-orientale per approdare in una tranquilla cittadina canadese, che come da rimbalzo riporterà i suoi protagonisti a casa.

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Francesco Lomuscio (filmup.leonardo.it)
19.01.2011
Il lungometraggio di Villeneuve punta in particolar modo sulle ottime performance dei protagonisti, rivelandosi interessante più per la costruzione dello script che per la regia, caratterizzata dai lenti ritmi di narrazione tipici di un certo cinema d’autore adatto solo ai palati più raffinati.

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Edoardo Becattini (www.mymovies.it)
28.12.2010
Le ambizioni del film sono molto alte: cercare di raccontare un pezzo della storia recente della Palestina attraverso una drammaturgia di ampio respiro, tragica e complessa. Ma le vicende della storia e della politica contemporanea non si adattano a un film come questo costruito come una formula.

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