Un giorno della vita
Data Uscita: 14 Gennaio 2011
(Italia • 2011)
Un giorno della vita
Marco Scali (zabriskiepoint.net)
14.01.2011
È una favola sociale, una pellicola genuina e sincera, che rimanda un grande amore per il cinema e per il sud e che non ha bisogno di un'inutile maestosità per raccontare. Un film che merita di essere visto, fosse anche solo per le bellissime ambientazioni o per l'impeccabile prova di Zullino.
Maidi Povia (film.35mm.it)
14.01.2011
Se guardiamo il film di Papasso come una sorta di ingenua e semplice testimonianza, a volte documentata da pezzi di pellicole immortali, non restiamo delusi e la pellicola suscita simpatia al pari del suo piccolo protagonista Salvatore.
lovedream (cinemio.it)
14.01.2011
Da un lato passione ed emozione, dall'altro un film già visto. Chi ha ragione?
Daniele (cinemio.it)
13.01.2011
E' un film che assume toni e sfumature da favola e ci riporta ad un cinema di una volta, non legato ai giochi dell’incasso facile. E' pieno di passioni ed emozioni e girato in uno stile così asciutto ed essenziale che fà molto piacere.
Marco D'Amato (Silenzio-in-Sala.com)
12.01.2011
Un semplice monile esposto in un angolo della vetrina, alle spalle di pesanti gioielli dorati, un gradevole, silenzioso, diversivo, al di là del frastuono della grancassa mediatica; novanta minuti di semplice Cinema lontano anni luce dalle manie di grandezza di registi più celebrati.
Emanuele Rauco (www.radiocinema.it)
12.01.2011
Un film nostalgico, un bignami più modesto nelle ambizioni e nel linguaggio ma anche onesto e sincero, corretto e un po’ ingessato nella messinscena e stereotipato nella sceneggiatura, ma retto dalla bella interpretazione del vivace Pascal Zullino che buca lo schermo.
gabriele farina
11.01.2011
Strizza l’occhio a Nuovo cinema Paradiso il primo film di Giuseppe Papasso, ma ovviamente ne rimane molto lontano.
Tuttavia Un giorno nella vita è un buon film, che racconta una passione inestinguibile e l’Italia di provincia del 1964.
Pietro Ferraro (ilcinemaniaco.com)
10.01.2011
Un gradevole e fiabesco racconto su un amore incondizionato per il grande schermo che miscela suggestioni cinefile ammiccando a Tornatore e che confeziona il sognante ritratto di un Sud dai connotati di un delicato e malinconico amarcord in celluloide che omaggia un cinema che non c’è più.
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