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5 Nemo è un cucciolo di pesce pagliaccio nato con una pinna atrofica, su cui il padre Marlin riversa tutto il suo affetto dopo la scomparsa della compagna Coral. Al suo primo giorno di scuola Nemo viene però catturato da un sub. Inizia così il viaggio di Marlin alla ricerca del suo piccolo Nemo
5 Di film belli ce ne sono tanti. Film che fanno emozionare, che fanno piangere, che fanno ridere, che coinvolgono, quei film che una volta finiti ti lasciano qualcosa, fosse anche un semplice sorriso a termine di una giornata faticosa. Fra vari (tanti) che possono esistere mi vorrei soffermare su questo piccolo gioiello della Disney: Alla ricerca di Nemo. Da quando si è abbandonata la tecnica classica a mio parere questo è uno dei pochi che riesce comunque a mantenere gli alti livelli raggiunti da altri classici dell’animazione. Un viaggio di un padre alla ricerca di un figlio scomparso, un viaggio attraverso l’oceano, fra misteriosi fondali e pericoli in ogni dove, accompagnati da una delle miglior spalle uscite da casa Disney: Dory. Una simpatica pesciolina con poca memoria, che vede sempre il buono in coloro che la circondano, magistralmente doppiata in Italia da Carla Signoris, che grazie alla sua voce rende il personaggio indimenticabile. Il film fondamentalmente si basa sulla presenza di personaggi di contorno, oltre la smemorata Dory, troviamo le simpatiche tartarughe acquatiche della C.O.A. (corrente oceanica australiana) Scorza e Guizzo (rispettivamente padre e figlio), lo squalo bianco Bruto in cura per disintossicarsi dalla sua “carnivoracità”, i simpatici coinquilini dell’acquario dove è stato portato il piccolo Nemo. Tutti personaggi che grazie alle loro peculiarità contribuiscono a rendere grande questo film. Ma il viaggio che si compie non è solo fisico, troviamo una crescita dei personaggi ed in particolar modo in Marlin, inizialmente padre iperprotettivo, traumatizzato dalla perdita della compagna, incapace di rapportarsi in modo adeguato con gli altri pesci, ma che grazie al viaggio intrapreso riesce a liberarsi dalle sue paure. Alla fine del film troviamo un Marlin diverso, più sereno, più spigliato, che capisce di non poter tenere in eterno il figlio all’interno di una bolla di cristallo al riparo da tutti i pericoli della vita.

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