Razzabastarda
Esiste una sola razza.
Data Uscita: 18 Aprile 2013
(Italia • 2013)
Razzabastarda
Carlo Cerofolini (Onda Cinema)
17.04.2013
"Razzabastarda" è già cinema ancor prima di girarlo. La sua genesi si nutre infatti di quella magia che appartiene ai sogni in celluloide
Luca Marchetti (Usi Ricerca)
17.04.2013
RazzaBastarda non è solo l’esordio dietro la macchina da presa dell’attore Alessandro Gassman, ma soprattutto una pellicola anomala.
Redazione (Excite )
17.04.2013
La trama ruota attorno al rapporto tra padre e figlio
Tiziana Morganti (Movieplayer)
17.04.2013
La videorecensione del film Razzabastarda di Alessandro Gassman, con Alessandro Gassman, Giovanni Anzaldo e Manrico Giammarota. Testi di Tiziana Morganti e voce di Francesca Fiorentino.
Tiziana Morganti (Movieplayer)
17.04.2013
Senza disturbare indebitamente la poetica pasoliniana, Gassman è riuscito ad essere allo stesso tempo fotografo e narratore del nostro tempo consegnando al cinema non solo un'opera prima ben strutturata ma, soprattutto, il ritratto in bianco e nero di una umanità sconfitta densa di sfumature.
Sandra Martone (Film 4 Life )
17.04.2013
SORPRENDE POSITIVAMENTE IL PRIMO LUNGOMETRAGGIO DIRETTO DA ALESSANDRO GASSMAN
Dalila Orefice (Cinefilos)
17.04.2013
Gassman non porta al cinema una versione edulcorata della realtà, anzi, fa uso intelligente dello stereotipo, giocandoci e portandolo ai limiti del grottesco
Federico Pontiggia (Mtv)
17.04.2013
“Integrazione? Meglio miglioramento”, dice Alessandro Gassmann. Che firma in bianco&nero la sua prima regia cinematografica
Salvatore Cusimano (Eco del Cinema )
17.04.2013
Tratto dalla piece teatrale “Cuba and his Teddy Bear” di Reinaldo Povod, una provocante prima regia per Alessandro Gassman.
Redazione (Primissima )
17.04.2013
Roman è un migrante rumeno giunto in Italia trent’anni fa. La sua esistenza non è riuscita a districarsi dai giri dello spaccio di cocaina e dagli ambienti della piccola delinquenza.
Marzia Gandolfi (MyMovies)
17.04.2013
Il film si organizza intorno alla presenza reale della figura paterna, riflettendo in maniera naîf sulla 'dipendenza'
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