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Filippo Magnifico
08.03.2017
Autopsy gioca bene ogni sua carta, non indugiando facilmente sulla componente splatter e regalandoci un vero e proprio viaggio all’insegna del terrore. Il regista André Øvredal non ci risparmia quasi niente per quanto riguarda i dettagli truculenti, è vero, ma riesce sempre a mantenere un certo distacco, lo stesso dei protagonisti, abituati da anni ad effettuare quel lavoro. Niente exploitation fine a se stessa, insomma, ma un più efficace occhio clinico che non distrae lo spettatore dall’escalation continua della tensione.

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3 “Siamo tutti libri di sangue; in qualunque punto ci...
3 “Siamo tutti libri di sangue; in qualunque punto ci aprano, siamo rossi” La frase è di Clive Barker ma si adatta perfettamente al film diretto dal regista di Trollhunter André Øvredal. Un horror claustrofobico che strizza l’occhio alle classiche storie gialle. Il corpo senza vita di una donna arriva in un obitorio. Chi è? Perché è morta? Per trovare una risposta è necessario esaminare la scena del crimine ma la scena del crimine è proprio quel corpo, che durante l’autopsia si rivela, strato dopo strato, pagina (di sangue) dopo pagina (di sangue), fino all’inquietante verità. Un film che parte da un presupposto semplicissimo e conduce verso un finale facilmente intuibile ma che riesce comunque a mantenere alto il livello di tensione e atmosfera. Non perfetto ma avvincente ed è questa la cosa più importante, visto il genere e la “sfida” che la storia impone. Ho dato il mio voto a The Autopsy of Jane Doe | #TheAutopsyOfJaneDoe :

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