Il primo film della saga, che ha rinnovato il concetto di orrore e lanciato una figura, Freddy Krueger, destinata ad animare gli incubi di moltissimi spettatori.
Tra i film più visionari della saga, pieno di momenti cult. È inoltre il film che segna un passo fondamentale dell’evoluzione di Freddy, sempre più protagonista e non solo antagonista.
Con il quarto capitolo Robert Englund diventa la vera star. Il suo Freddy è cambiato è una figura che gioca con le sue vittime e intrattiene gli spettatori con un misto di orrore e umorismo.
Divertimento, uccisioni sempre più fantasiose e spettacolari, una messa in scena decisamente suggestiva e pop, rendono questo capitolo uno dei più lontani e al tempo stesso interessanti della saga.
Dopo moltissimi anni Wes Craven si impossessa nuovamente del personaggio da lui creato, dando vita ad un (nuovo) incubo che gioca con i cliché del genere horror e con i temi tipici della fiabe.
Ottimi effetti speciali per una storia che, purtroppo, non funziona a dovere. L’errore più grosso è stato quello di trasportare Freddy nel mondo reale, penalizzandone il fascino e il mistero.
Un remake che aveva tutte le carte in regola per rivelarsi interessante, a cominciare dal cast e dal coinvolgimento di Jackie Earle Haley nel ruolo di Freddy. Niente di tutto questo, solo una grande, grandissima delusione.