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Ultimo film di Star Trek apparso nelle sale e forse sarebbe stato meglio se la fine fosse arrivata capitoli orsono visto l’incessante decadenza della regia. Con “Nemesis” contiua il progressivo disinteresse in cui il marchio Star Trek è caduto da tempo. La trama si adagia su un modello narrativo riconoscibile nello schema “sventiamo i piani del cattivone di turno” che produsse in passato quel capolavoro di “Star Trek II: l’ira di Khan” e che fu replicato più volte nel corso della saga. Purtroppo il reiterarsi di questa politica ha finito col produrre delle “puntatone” autoconclusive che raramente hanno retto il confronto con i picchi della produzione televisiva. Insomma il confronto alla fine non ha retto. Un' eccessiva intromissione della produzione si avverte anche in questo capitolo. Troppe infatti le sequenze inserite a forza nella trama solo per incorporare momenti d’azione. È noto che i manager, o chi punta solo al business, perché alla fine sono i soldi che contano, capiscano decisamente poco di cinema, ma queste scelte scriteriate, fatte per far rientrare gli investimenti onerosi, oltre a mutilare la sceneggiatura hanno avuto riscontri trascurabili. Peccato perché il tema del doppio (clonazione) poteva trovare una buona rappresentazione. Completamente da buttare quindi? Diciamo di no, non è certamente il peggiore dei dieci capitoli, ma francamente dubito che un generico spettatore potrebbe cogliere certe battute tra i membri dell’equipaggio, in special modo quando sono a carattere filosofico o ingegneristico/genetico. Nemmeno gli attori hanno compreso ciò di cui hanno parlato, la dimostrazione è nelle loro facce ingessate. Ci sono comunque abbastanza effetti visivi e battaglie spaziali da accontentare ogni cultore del genere e dieci toccanti minuti finali che scuoteranno le emozioni di ogni trekker che si rispetti.