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Star Trek: La Nemesi fu una vera e propria Nemesi per chi vi investì tempo soldi e fama. Realizzato con le migliori intenzioni, per recuperare quella gran fetta di pubblico che non era rimasta entusiasta del precedente Star Trek IX: l'Insurrezione”, ottenne l'effetto di allontanare anche i fiduciosi che avevano perdonato il non successo del nono film della saga. Particolarmente poco azzeccata la decisione di riesumare il popolo Romulano, che nella realtà sono un po' il riflesso dei cinesi, pronti sempre a vedere complotti e intrighi ovunque e non molto propensi ad accettare gli ideali di libertà e collaborazione proposti dalla Federazione Unita dei Pianeti. Avrebbe potuto essere un'idea originale quella del nemico remano che trama nell'ombra, ma la sua caratterizzazione è abbastanza confusa e poco delineata, ad esempio lo stupro mentale di Deanna Troi è un déjà vu che non risulta ben inserito nella logica della storia. Anche il tema del doppio (due Picard, due Data) non risulta bene gestito e l'unica parte che si salva è il finale un po' buonista con Picard che sorride tra sé e sé camminando per i corridoi dell'Enterprise dopo aver dato uno sguardo a Data. E' il film in cui si completa la storia d'amore tra Deanna Troi e Riker ed avrebbe potuto essere il film in cui Picard davvero poteva farci avere uno sguardo sul suo lato oscuro, un tentativo non andato in porto per una insufficiente caratterizzazione stereotipata del suo alter ego. Forse un soggetto più adatto ad un episodio televisivo di 45 minuti che al mezzo cinematografico.