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Sulle copertine dei più letti settimanali americani campeggiavano affiancati i volti di James Tiberius Kirk e di Jean Luc Picard, a significare che era la volta di un cambio equipaggio anche sul grande schermo e una meritata promozione per il nuovo equipaggio televisivo che da anni lavorava con perizia e umiltà per ritagliarsi un posto nel cuore dei fan. Star Trek: Generazioni vede la storia dipanarsi negli anni abbracciando due generazioni in una piacevole staffetta tra i due più famosi capitani del mondo Trek. Il mezzo di collegamento è una stringa cosmica di energia, detta Nexus, capace di intrappolare le persone in un mondo mentale fatto di desideri, dove tutto è possibile e la vita può essere ripercorsa in tutte le sue fasi, modificata per vivere il destino che la vita non gli ha riservato. Il villain di turno è un allucinato Malcom Mc Dowell, un El-Auriano drogato dalla potenzialità del di questa zona dei sogni, capace, con la sua strategia di ascolto, di far emergere un penoso ricordo in Picard da indebolirlo quel tanto che basta per raggiungere il suo scopo infliggendo un duro colpo al suo esordio cinematografico. Tutto è perduto? Il Nexus distrugge ma il Nexus può anche essere la soluzione al disastro, soprattutto se si può contare sull'aiuto di un capitano che ha sempre fatto la differenza nella galassia: e ancora la farà. Peccato non aver potuto assistere ad una staffetta simile anche nel nuovo Star Trek di JJ Abrams.