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Autofinanziato dalla Marvel, questo è uno dei pochi film in cui gli effetti speciali non sono la storia, ma semplicemente (e per fortuna) si limitano a supportarla. Ben inseriti e mai scontati anche i dialoghi che evidenziano il talento per l’improvvisazione e i perfetti tempi comici del camaleontico Robert Downey Jr. Scelto per e nonostante il suo difficile passato, l’attore è riuscito a rendere alla perfezione quel Tony Stark, eccentrico multimiliardario,nonché genio frivolo e impenitente donnaiolo che tutti i cultori del fumetto ricordano.“Iron Man” non vuole raccontare le mirabolanti gesta di un supereroe, ma il processo di apprendimento e crescita di un uomo che messo di fronte ad un grave trauma (la cattura da parte di ribelli e la conseguente ferita al cuore) si scopre destinato a qualcosa di inaspettato. Combattere contro le ingiustizie nel mondo di cui è diventato così infaustamente consapevole. Il film si concentra sul percorso di quest’uomo non comune che, privo di super poteri, si costruisce un’armatura capace di fare cose straordinarie. Nasce così Iron Man, alter ego corazzato di Stark,di cui il bravo regista J.Favreau ci fa gustare i primi collaudi (con tanto di robottini troppo servizievoli per essere utili),l’epica lotta contro Iron Monger ,armatura indossata dall’ex-mentore Obadiah Stone(un mefistofelico J. Bridges) e il salvataggio della leale assistente di Stark, Pepper Potts (una G.Paltrow elegantemente frizzante) abilissima nel “gettare via la spazzatura” se l’occasione lo richiede. Al di là del premiatissimo cast stellare, l’abilità di Favreau sta nell'amalgamare abilmente l’origine fumettistica della storia, il tema umano e politico e dare al tutto quella nota di ironia che fa del film un gioiello tra quelli tratti dai comics.