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Dopo il riscaldamento V'Geriano stavolta si parte in quarta verso lo “Spazio profondo”. “Star Trek: L'Ira di Khan” inizia una trilogia che vedrà Kirk affrontare un temibile nemico ingannando la morte, ma subendo gravi perdite, tanto che per rivedere il sereno rischierà la corte marziale. E' una storia di Vendetta e Distruzione ma anche di Creazione. L'innovazione tecnologica al centro della Storia si chiama Genesis e può riorganizzare a livello molecolare qualsiasi cosa, perfino pianeti. Un'arma terrificante che finisce nelle mani di un vecchio nemico, Khan, forse il miglior cattivo mai apparso nella saga, interpretato magistralmente da un fiero e indomito Ricardo Montalban che ci regala uno squarcio sull'abisso della vendetta. Una colonna sonora che si propone come una cavalcata nello spazio fino all'appuntamento col destino. E' qui che apprendiamo dell'esistenza del Test della Kobayashi Maru, importantissimo per la formazione militare e caratteriale di Kirk; è qui che viene rinsaldata l'amicizia tra lui e Spock in un finale commovente che lo definisce come l'anima più umana tra quelle incontrate da Kirk nei suoi lunghi viaggi. Il passato ritorna da Kirk a pretendere il suo credito e non solo con Khan. Battaglie spaziali ed effetti speciali ma anche tattica e strategia in un duello di menti dove solo chi bluffa può vincere. Normalmente il secondo film di una saga non mantiene le premesse dell'inizio, ma con questa sensazionale trovata, che di fatto è una ripartenza essendo il film completamente slegato dal suo predecessore, Star Trek: L'Ira di Khan” si propone come eccezione nella maledizione dei sequel.