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E' difficile scrivere una recensione su un film che come primo impatto mi ha fatto pensare: "Uffa...l'ennesimo remake!" E invece Louis Leterrier, il giovane regista del film, è riuscito a sorprendermi, riuscendo a ricreare, anche se in parte, la magia autentica del fumetto. Anche se i trailer e la critica mettono in evidenza i combattimenti adrenalinici e i ritmi incalzanti del film, in questa recensione io vorrei provare a sottolineare l'importanza del dramma psicologico vissuto da Bruce Banner nell'inutile tentativo di riuscire controllare i suoi sentimenti. Hulk, infatti, viene erroneamente definito come il semplice risultato di un processo radioattivo che si scatena trasformando il corpo di Banner durante la sua rabbia. Forse perchè si confonde Hulk come la rappresentazione della rabbia di Bruce. Hulk, invece, rappresenta l’anima di Bruce, la sua mente, i suoi sentimenti più profondi e nascosti, il suo senso di sopravvivenza in un mondo diventato ormai troppo forte e opprimente, al quale si può rispondere soltanto con una forza altrettanto grande. E' per questo che vedo questo film come la testimonianza della lotta tra concio e inconcio che ciascuno di noi si trova a dover affrontare per poter riaffermare la propria identità.