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E’ ormai noto come il cinema prenda ispirazione dalle più svariate fonti, stavolta l’estro creativo è stato fornito da una celebre saga di videogiochi: Prince of Persia. E’ proprio da questo personaggio che il binomio Disney-Bruckheimer trae lo spunto per un blockbuster dall’impronta epica che ha tutte le carte in regola per intrattenere. Rispondono all’appello tutti gli elementi tipici del film di avventura: una storia dal sapore lontano, intrighi di palazzo dal retrogusto shakespeariano e artefatti magici che, se nella mani sbagliate, possono decretare la fine dell’umanità. Il tutto racchiuso in una vicenda che fin dal prologo fa del ‘destino’ la sua architrave. La vera protagonista è però l’atmosfera, esotica e fiabesca, complice una ricostruzione impeccabile della Persia medioevale. Già dalle prime sequenze ci troviamo immersi in realtà lontane, arricchite da scenografie suggestive che riescono a ricreare il fascino da “mille e una notte”. Immancabili gli effetti speciali e le scene d’azione adrenaliniche: si respira aria da videogame tra combattimenti serrati e inseguimenti acrobatici improntati sulla pratica del Parkour. I fan della saga originale non resteranno delusi vedendo Gyllenhaal compiere salti mortali e volteggi da tetto in tetto. Ciò che invece non convince è la superficialità dello script e di alcuni dialoghi in particolare, banali e anacronistici, troppo attuali per una Persia del cinquecento. La capacità degli attori riesce però a soppiantare le carenze narrative. Jake Gyllenhaal risulta perfettamente a suo agio nella trasfigurazione in eroe dei videogames, notevole nell’appeal fisico e spassoso nella sua interpretazione autoironica. Non è da tralasciare il contributo dei due veterani di turno: Alfred Molina riesce a strappare più di un sorriso nel ruolo dello sceicco mentre Sir Ben Kingsley appare sempre più nel suo elemento nei panni del malvagio di turno.