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Arriva una nuova pellicola che segue il finale aperto de LE MACCHINE RIBELLI,ma ci troviamo di fronte a un film che fa acqua da quasi ovunque.Innanzitutto la storia è scarna: le avventure parallele del protagonista John Connor,qui messo in secondo piano,e di Marcus Wright,protagonista assoluto e dall'aria misteriosa,si alternano secondo un montaggio costituito da stacchi improvvisi che catapultano l'attenzione dello spettatore in situazioni differenti e di rilievo per la trama senza fare pause nel mezzo quasi come a spiattellare una successione di eventi alla rinfusa e senza un minimo di solennità adatta alle scene drammatiche,o di calma in attesa di scene movimentate.Tutto questo fa di T4 un prodotto frenetico e poco coinvolgente dalle scelte registiche lontane non solo da quelle titaniche di James Cameron ma addirittura da quelle di Jonathan Mostow,non tanto per le inquadrature ma nella cura complessiva di un film che di Terminator ha solo il titolo piuttosto che la qualità e di una buona idea sul nuovo personaggio interpretato da Sam Wortinghton che poteva essere elaborata molto meglio.E' vero che è un'enorme e difficile eredità quella che la squadra di McG è stata chiamata ad affrontare ma una storia così scarna e contornata da risvolti semplicemente scontati non può neanche avvalersi di inseguimenti su strada degni dei film precedenti,carattere impeccabile che ha distinto i film di Terminator nella storia del genere.La cosa peggiore di tutto il film è il ricorso ai temi classici quali il motivetto originale e il cameo digitale di Schwarzenegger, proposti superficialmente quasi come a cercare di valorizzare la pellicola e a cercare di ingannare il pubblico che Salvation è a tutti gli effetti Terminator.L'unica perla sono sicuramente i trucchi,le scenografie e gli effetti speciali veramente strabilianti ma non salvano un reboot malriuscito,FORSE adatto solamente ai fan sfegatati