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L’avventura inizia nel pronunciare il nome del regista kazako Timur Bekmambetov…e prosegue se dal titolo si cerca di intuire il senso del film: in realtà la scelta del destino non è soggetto dominante del film, ma un espediente, un grigio cartoccio di giornale, per introdurre lo spettatore nella pirotecnia di scene d’azione nitide, vivide, violente e/o divertenti (non adatte ai bimbi)che si susseguono con sapiente continuità di effetti speciali e abbinamenti cromatici della fotografia. Timur, alle spalle una saga fantasy vampiresca, dimostra in questo film il proprio apprezzamento per Tarantino e mantiene il ritmo degli spot che l’hanno reso famoso in patria. Film molto godibile se non si ricerca una fedele riproduzione del mitico fumetto cui è ispirato, se ci si tappa il naso dal punto di vista morale, e soprattutto se gia non ci si sente in colpa a non riuscire a staccare gli occhi dal trailer… ma questo succede solo a chi “pensa troppo”, parola di Timur, …e calamitati da queste sequenze d’immagini affascinanti diventa difficile.