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Nonostante l'impiego di un grande attore come F. Murray Abraham nel ruolo del cattivo, la seconda regia di Jonathan Frakes non conferma l'eccellente risultato ottenuto con “Primo Contatto”, vuoi per una sceneggiatura lenta e a volte confusa, vuoi per la insipida storia d'amore con l'affascinante aliena che insegna a Picard il significato che il Tempo assume per chi vive da secoli, un complotto che niente ha a che vedere con quello di “Star Trek VI: Rotta verso l'ignoto” essendo più adatto al ciclo di James Bond, vuoi per la fugace presenza di Lorella Cuccarini di sguincio in una ripresa veloce, insomma di pretesti per giustificare il flop ce ne sono tanti La storia purtroppo non attrae e il rallentare del tempo nella mente di Picard fu forse eccessivo per chi veniva da un clima d'azione Borg come non se ne vedevano da anni, le riflessioni filosofiche sulla Vita e sulla Morte sono appena abbozzate, neanche la pazzia di Data riesce a scuotere dal torpore e ciò che si salva sono le scenografie e la colonna sonora bucolica. Il vero difetto a mio avviso è che alla fine la versione cartacea tratta dal film appassionava di più e il finale era anche più originale di quello cinematografico, ma forse proprio la storia stessa si prestava più ai tempi del libro che a quelli del cinema.