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Bright non è certamente il film più brutto del 2017 ma non è certo uno di quei titoli che mi resterà nella memoria per grandi meriti che non siano l'essere il primo filmone di Netflix seguito da un gran discutere. Gli ingredienti sulla carta c'erano tutti e il setup è sicuramente stimolante, ma lo svolgimento non va oltre il godibile lasciando in bocca un sapore da occasione perduta. Durante tutta la visione continuavo a pensare a come l'avrei valutato se per vederlo avessi dovuto pagare il biglietto. Il vantaggio dei servizi come Netflix è che il costo marginale della visione di un film, che non ti impegna nemmeno tanto tempo come una serie, è pressoché nullo. Il non aver speso niente ti porta ad essere più indulgente di quanto saresti se avessi pagato il prezzo del biglietto o comprato un DVD o un download digitale e considero questo il più pericoloso dei circoli viziosi in cui ci sta trascinando la troppa offerta di prodotto audiovisivo in questo periodo. Il trailer funzionava davvero bene, mi avrebbe portato al cinema, ma vedendolo in sala mi sarebbe sicuramente tornata in mente una cosa che diceva mio padre dei film che non mantenevano le promesse, evocando tempi in cui il pubblico tagliava le poltrone dei cinema. Dubito che anche i più delusi abbiano bucato il loro divano.