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Gabriele Niola (ScreenWEEK.it)
20.12.2010
Uno dei film più intimamente antichi uscito quest'anno. Realizzato con un linguaggio ed un'idea di cinema (o teatro) da anni '60 che oggi è solo ridicola

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Prendete un Moment prima di vedere Castellitto e il suo Somaro per dare inutilmente ritmo al film le riprese sono cosi' veloci (uso esasperato della MDP) che tutto da la nausea e le battute risultano incomprensibili, sembra la versione snob e borghese di un film di virzi' venuto male ...
I Che peccato..e che mal di testa... Un vero peccato perché' Castellitto,Servillo,Verdone e Placido sono da sempre il poker vincente del cinema italiano, ogni artista da attore e' una cosa, da autore un'altra,da regista un'altra cosa ancora. II Che delusione... Ok Non ti muovere era un film riuscito per molti, ma La bellezza del somaro e' un film rimasto nella testa degli autori, il film non arriva non coinvolge, non emoziona ne' diverte, peccato, noi adoriamo Castellitto, con quella sua aria affascinante e tagliente, ma il suo ultimo film ha diversi punti negativi sempre a nostro giudizio... III E che nausea... Intanto l'uso esasperato della macchina da presa una nausea continua, abbiamo visto film di cinematografie di tutto il mondo ma il film di Castellitto ha una scelta stilistica incomprensibile.. IV TUTTI URLANO.... Tutti, TUTTI, poi strillano, dall'inizio alla fine, le battute non arrivano (qualcuna forse carina montata nei trailer per accalappiare pubblico che ama le commedie e che qui si troveranno male). Tutto urlato, ad un tratto ci e' venuto anche mal di testa tra regia e tonalità di voce, ci dispiace che anche Giallini sia un Giallini accennato (battute baguette fichette, basta che una s'inginocchia) e non insolito e che Imparato sia al contrario "nuovo" ma non approfondito. V Non arriva...al cuore.. Poi battute a letto con Morante e Castellitto come "e' ecquosolidale come te, suona i bonghi..." Attori..tutti sprecati.. Poi jannacci incomprensibile un po' come il film dove cerchi forzatamente di sorridere tra battute e scene che non arrivano da nessuna parte IX Cercasi tappi... Invece degli occhialetti per una volta servirebbero i tappi per le orecchie per moderare il sonoro Peccato voto 4

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lovedream (cinemio.it)
24.12.2010
Un divertente ed insolito film corale filmato dalla coppia (nella vita e nel lavoro) Castellitto/Mazzantini: questo è La bellezza del somaro che vanta un cast d’eccezione, da Laura Morante allo stesso Castellitto, a Enzo Iannacci, Marco Giallini, Barbora Bobulova e tanti altri.

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Ludovica Sanfelice (www.film.it)
17.12.2010
Una commedia grottesca costruita su maschere tragiche e mostruose che è però molto compiaciuta e che fa deragliare il divertissement brillante in una fastidiosa frenesia snob troppo urlata e sconcertante per l’accumulo di banalità e ridicoli stereotipi pasticciati insieme a citazioni ostentate.

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17.12.2010
La Bellezza del Somaro è un film in cui dramma e commedia si intrecciano alla perfezione. E' un film che vi farà sicuramente ridere e commuovere, gettandovi nel giusto equilibrio di sensazioni e percezioni che ogni film dovrebbe essere in grado di offrire.

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dr. apocalypse (www.cineblog.it)
17.12.2010
Giocando con la paura della morte, ostentata in ogni secondo di film, Castellitto e la Mazzantini deragliano pericolosamente attraverso una pellicola che non ha capo ne’ coda ne coda, urlata e forzata, eccessiva fino all’incredulità e condita da dialoghi e personaggi al limite del ridicolo.

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ColinMckenzie (www.badtaste.it)
17.12.2010
Si ha l'impressione che si preferisca parlare di una categoria attraverso marche, gusti e citazioni piuttosto che creare delle figure sfaccettate e complesse. Purtroppo, nonostante l'ottimo cast, gli attori risultano tutti eccessivi, tanto da far capire che il problema è chi li dirige.

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Marco Minniti (www.movieplayer.it)
16.12.2010
Un'opera strana, curiosamente priva di un centro, alla deriva e vittima delle sue stesse ambizioni; la descrizione di due generazioni a confronto (con una terza a far capolino) finisce per risolversi in una serie di scenette slegate tra loro, su cui grava una certa convenzionalità di scrittura.

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Elena Zucco (film.35mm.it)
16.12.2010
Castellitto riesce a trattare temi attuali in una maniera divertente che non delude lo spettatore. E dietro risate ed equivoci non mancano spunti di riflessione sulla vita, sull’avanzare dell’età e sulla morte. Locations e musiche contribuiscono non poco alla buona riuscita del film.

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Marco D'Amato (Silenzio-in-Sala.com)
16.12.2010
Non si capisce perché Castellitto debba fare il verso a Verdone, peraltro senza riuscirci, tra crisi isteriche, medicine e psicosi; troppe le forzature, troppo urlata la recitazione, troppo macchiettistici i personaggi di contorno, troppo irreali le situazioni per poter fare centro.

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