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E' passato un po' di tempo dalla missione quinquennale dell'Enterprise e molte cose sono cambiate: al comando della nave non c'è più James T. Kirk, promosso ammiraglio, ma William Decker, figlio di quel commodoro Mattew Decker che gli appassionati del telefilm probabilmente ricordano; quanto al Comandante Spock e al Dottor McCoy, entrambi hanno lasciato la Flotta Stellare. Ma ci penserà una misteriosa e distruttiva nube di dimensioni colossali e diretta verso la Terra, a riportare tutti a casa. Ci sono evidenti differenze dal telefilm: la componente fisica tanto cara a quel Kirk che in un episodio sì e un altro pure finiva per rimorchiare l'aliena di turno oppure con la maglietta strappata durante un combattimento, lasciano il posto a una trama più riflessiva e a un ritmo più lento; a livello visivo si vedono gli effetti di 18 mesi passati dall'Enterprise nei cantieri navali, e si vedono per la prima volta i Klingon come li conosciamo ora, con le caratteristiche e vistose creste frontali che avrebbero inciso troppo sui costi del trucco tredici anni prima (ma a questo molto più avanti si tenterà di dare una spiegazione "passabile"). Le musiche, anch'esse riviste rispetto a quelle del telefilm e che verranno riutilizzate più avanti da TNG, sono di tutto rispetto e accompagnano efficacemente la storia sia come sottofondo che in interi passaggi lunghi anche 2 o 3 minuti dove sono le immagini a far da padrone. Una nota sull'adattamento italiano, non esente da pecche di traduzione (palese quando si fa riferimento a una nave stellare statunitense traducendo un USS che in ambito Trek ha ben poco a che fare con le navi a stelle e strisce), ma che finalmente rende a Spock il suo nome.