Film sulla clandestinità. Peccato che non sia dato sapere il luogo di provenienza del protagonista, e che sia compito dello spettatore riconoscere i luoghi attraversati lungo il suo viaggio verso Parigi. Già, perché l’unica cosa sicura è la meta: Parigi. Ed è anche una delle poche parole che Elias – Scamarcio pronuncia lungo tutto il film. Ne saranno soddisfatti coloro che non pongono fiducia nelle doti interpretative di questo bell’attore, infatti, a visione ultimata, si realizza che il protagonista non è coinvolto in alcun dialogo che duri più di una battuta, e che le frasi di senso compiuto che pronuncia si contino sul palmo di una mano. Alle parole mancate suppliscono i gesti e le azioni..infatti il nostro Elias suscita sin da subito le attenzioni di coloro che incontra, uomini o donne che siano, mostrando in parte i doni di madre Natura. Forse, però, se il ruolo da protagonista fosse stato affidato ad un attore dotato di maggiore espressività l’esito sarebbe stato migliore. Tirando le fila, il film ha un breve discreto principio, ma lo spettatore attende sin alla fine uno sviluppo, una crescita ( almeno un dialogo!) che non avviene. E quando sente la frase “ Tu mi hai trovato, tu sei a Parigi!”.. accompagnato da lacrimuccia finale, si augura che il film non sia davvero giunto al termine…e invece lo è! Sconsigliata la visione anche alle ammiratrici di Scamarcio…un mezzo nudo non vale due ore di film inesistente.