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Più' che un film sembra uno sketch allungato. VI SPIAZZERA' , AD ALCUNI PIACERA' AD ALTRI NO.... Sicuramente il film spiazzera' molti, perche' ci si aspetta di ridere subito, le aspettative sono tante, anche troppe per un film che fotografa l'italia in maniera particolare. Dietro un film c'e' sempre un fotografo diverso. Albanese riesce a mettere "a fuoco" l'Italia e ad essere cinico ("ho chiamato una volta in due anni ma era occupato" dice al figlio) ma sembra utilizzare uno zoom diverso, quello che ne esce e' qualcosa che non arriva "fortemente" come direbbe lui in termine di emozione, risata,sorpresa. A parte il tema, il film resta un po' cosi' quasi incompiuto. STORIA TROPPO DEBOLE Albanese e' bravo come sempre (con questioni di cuore ha raggiunto fino ad oggi il massimo) ma il limite del film e' che manca la storia, fisicita',facce e battute non arrivano e non colpiscono come dovrebbero perche' la storia non esiste, tutto quindi appare freddo e meno comico. La parabola di Cetto delude perche' ci si attendeva molto di più (ma non da lui attore quanto sceneggiatore) ma molta gente sara' annebbiata e mirera' a scorgere battute più o meno attuali, l'alibi della strafottenza e della cafonaggine (del personaggio Cetto) conquisterà gran parte del pubblico che magari non ha mai visto Albanese al cinema e che a tratti sorridera' su alcune scene dove la battuta e la fisicita' riescono a trovare la strada per essere colte e apprezzate (non sempre) UN'OCCASIONE RIUSCITA A META' Peccato sarebbe stato bello vedere un film di Giulio Manfredonia stile "Si può' fare" in chiave comica con forti richiami al presente. Cosi' resta qualcosa che non convince al 100%. QUASI DIMENTICATO..DOPO 10 MINUTI Ci aspettavamo la genialità ed invece e' un film che aldilà' dalle battute ce lo siamo dimenticato già' al buffet del dopo proiezione