Con “Star Trek IV: Rotta Verso la Terra” l'equipaggio cinematografico ha ormai preso piena consapevolezza dei meccanismi di Hollywood e dietro la mano precisa di Leonard Nimoy, impegnato anche nel ruolo del convalescente Spock con molti ricordi da recuperare, ci porta in questa gustosa gita turistica nella vecchia San Francisco, luogo caro a Sulu, alla ricerca di due balene. L'originalissimo soggetto parte con l'arrivo di una razza aliena nei pressi della Terra, pacifica ma che per comunicare con gli antenati, le balene oramai estinte, rischia di distruggere il pianeta. Kirk e i suoi, di ritorno dalla ricerca di Spock su una nave Klingon, devieranno la rotta indietro nel tempo per salvare il futuro. Capitolo ecologista e animalista che visualizza un efficace monito contro la caccia alle balene ma in generale contro la mancanza di rispetto degli umani verso le altre forme di vita, che invece nel futuro immaginato da Nimoy è al primo posto nella scala dei valori. Le colpe dei padri ricadono sui figli e questi figli devono tornare dai padri a rimettere a posto le cose. Kirk lo fa. La maggiore rilassatezza del film è riscontrabile facilmente nella fotografia molto definita, nelle scenografie ariose, nei numerosi inserti ironici (Spock, vestito quasi da karateka, che impara le parolacce sotto lo sguardo divertito di Kirk), nella colonna sonora rutilante di suoni, che passa allegramente alle prese in giro musicali nelle sequenze “russe” con Chekov. Fioccano le battute (“Ha probliemi agli uocchi?”) ma i nostri amici trovano anche il tempo per ironizzare sul presente con i commenti di un McCoy scandalizzato e a dir poco schifato dal livello della medicina attuale. La Terra del XX secolo con le sue contraddizioni e la sua limitatezza, vista dagli occhi di un futuro che qui è ancora un embrione, come simpaticamente descritto dai vari paradossi che fanno impallidire la Prima Direttiva....