Sarà vero? Veramente quello che amiamo degli eroi è vederli cadere? No, perché se la pensate così “La leggenda degli uomini straordinari” è il film che fa per voi! Nella pellicola, infatti, le cadute non si contano. Caduta di stile del regista che avvalendosi troppo e a sproposito di grossolani effetti speciali è riuscito a imbruttire un film già brutto in partenza. Caduta d’intelligenza dello sceneggiatore che ha avuto successo nella titanica impresa di condensare in 110 minuti dialoghi al limite dell’insulso e una trama dove i salti “di palo in frasca” non si contano. Caduta di senso estetico del reparto scenografia che ha dipinto Venezia come Capri e Londra come Sanremo ( unico successo l’originale riproduzione versione tecno-indian del mitico Nautilus). Caduta d’integrità di Alan Morre che ha permesso un tale sfregio del suo “La lega degli Straordinari Gentleman”. Caduta di congruenza storica vista l’”hulkizzazione” di mister Hide e la vampirizzazione di Mina Harker, per non parlare dell’intrusione dell’inutile personaggio di Tom Sawyer(messo lì probabilmente solo perché belloccio). Da questo abisso senza fondo salverei solo l’interpretazione più che dignitosa del veterano Sean Connery e quella abbastanza azzeccata di Stuart Townsend che riesce perlomeno a mostrare un Dorian Gray alternativo. Film comunque dimenticabile. E, se non ci riuscite, poveri voi!!