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Dopo Leonard Nimoy, nel 1989 tocca a William Shatner, il famoso capitano Kirk, scrivere e dirigere un film dedicato a Star Trek. Rispetto ai precedenti, la pellicola non viene troppa amata dai fan. Quello che i trekker criticano sono molti episodi “fuori continuity” e viaggi spaziali definiti “impossibili” anche in un film di fantascienza. Nonostante questo, il film ottiene un discreto incasso oltreoceano e nel resto del mondo. Purtroppo non in Italia, dove non viene nemmeno portato al cinema, ma direttamente in home video. La trama vede l’Enterprise chiamata a Paradise City, la capitale del pianeta della pace Nimbus III, dove un profeta ha preso in ostaggio alcuni consoli della Federazione dei Pianeti Uniti, dell’Impero Klingon e dell'Impero Romulus. Si scopre che i ribelli sono guidati da Sybok, fratellastro di Spock, che ha abbandonato la via di Vulcano per cedere all’emozione. Impadronitosi dell’Enterprise, Sybok porta tutti sul pianeta perduto Sha Ka Ree, un mitico paradiso terrestre dove spera di incontrare Dio. Ma quello che trova non è una divinità, bensì una creatura imprigionata che cerca in ogni modo di fuggire, scontrandosi contro gli uomini della Federazione. Alla fine Sybok si sacrifica e tutti si salvano. A riprova che il film non sia un capolavoro, vince nel 1990 tre premi Razzies, come peggior film, peggior regia e peggior attore protagonista.