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E' davvero un caso a sé la saga di Star Trek. I replicanti di Blade Runner hanno sconvolto la visione del futuro prossimo venturo, il mostruoso parassita di Alien è emerso dalle viscere dell'uomo rinnovando il concetto di fanta-horror, l'algida eleganza di Gattaca ha ridisegnato il décor di un'inquietante omologazione razziale, i nuovi incubi cibernetici scorrono come un flusso di elettroni impazziti nell'epocale Strange Days e nell'oscuro, visionario Matrix, e perfino il classico dei classici, Guerre Stellari, ritorna forte di un restyling al passo con i tempi. Incurante di tutto, ottusamente immutabile, Star Trek, l'insurrezione non cambia una virgola: l'Enterprise, il comandante e l'equipaggio buonissimi e coraggiosissimi, alieni buoni (da salvare), alieni cattivi (da distruggere), buoni sentimenti, una spruzzata di melensa filosofia trekkiana, a metà strada tra buddismo, zen e new age da fricchettoni rimbambiti, e una notevole parsimonia di mezzi.